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La memoria guarisce se stessa


Il nostro corpo c’era sin dall’inizio. C’era già a pochi giorni dal concepimento, quando un abbozzo di cuore ci faceva pulsare e rendere presenti e visibili alla vita. C’era quel giorno in cui faticammo tanto per venire alla luce, c’era in quel primo abbraccio. C’era nella paura del primo abbandono, c’era quella volta che hai provato tenerezza e curiosità davanti ad cucciolo, o disgusto per una pappa nuova. C’era quando ti sei sentito grande entrando a scuola o quando ti è mancato il fiato davanti ad una ragazza/ragazzo provando le farfalle nel cuore. C’era e c’è ancora adesso e di noi sa tutto anche quello che noi non sappiamo. Ci conosce come nessun altro e non dimentica nulla.

Il corpo conserva tutta la nostra storia, da prima ancora che si formasse nel nostro cervello quella zona deputata alla memoria, l’ippocampo.

Ascoltare il corpo è quindi l’unico mezzo per accedere a informazioni su di noi altrimenti nascoste in una memoria implicita che è fatta di sensazioni, emozioni e comportamenti automatici.

Ma spesso rinunciamo a questo ascolto in favore di schemi e protocolli mentali che altro non sono che strategie di fuga dal sentire il dolore della rabbia, della paura, della tristezza, emozioni che al di là della nostra volontà, forgiano il nostro corpo e fanno di noi inesorabilmente ciò che siamo ora.

In effetti andare a ricontattare un trauma fa paura, ma se questo avviene in uno spazio protetto allora l’intensità del sentire può essere rallentata, diventa tollerabile tanto da farci aprire alla possibilità di rileggere la nostra storia e modificare le nostre risposte. Si perché i nostri ricordi non sono qualcosa di materico che si forma e si conserva nel cervello, sono invece delle sintesi proteiche che si ricreano chimicamente ogni volta che il ricordo viene evocato e la meraviglia sta nel fatto che ogni volta si riformano da capo! Attenzione quindi a evocare e rievocare in modo catartico il vissuto di un trauma, perché questo ne provoca una continua ricostruzione con il relativo rischio di rafforzamento.

Se attiviamo invece questo processo di rievocazione con la dovuta consapevolezza e soprattutto con il giusto sostegno, possiamo rileggere, aggiornare un ricordo traumatico sulla base di nuove informazioni, da nuove prospettive, mentre vengono attivate tutte le nostre risorse che in passato erano inaccessibili e che ora ci permettono una ricostruzione molecolare diversa, più tollerabile e soprattutto più vera rispetto al nostro presente.

Il presente modifica letteralmente il passato, si tratta di un vero e proprio miracolo. La memoria si ricostruisce ogni volta trasformata e la nostra storia si riscrive con la penna di una nuova chimica molecolare. Non si tratta di mistificare la realtà, non cambiano i fatti, ma la relazione che viviamo con essi.

La consapevolezza corporea è quindi il primo passo verso la liberazione dalla sofferenza.

E a questo punto voglio accendere un riflettore potente sul valore di un massaggio, specialmente se è fatto con un tocco leggero e carezzevole come il rituale tantra Kashmiro, che ha il potere di andare dritto in profondità, far riemergere i traumi in uno spazio di accoglienza e dolcezza e ripararli, le nuove frontiere delle neuroscienze lo confermano.


Paola Samadhi

Counselor sistemico relazionare a mediazione corporea

3922094778

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